400 chili di idrogeno al giorno. E’ questo l’obiettivo produttivo del primo impianto offshore per la produzione di idrogeno green realizzato dalla società francese Lhyfe, fondata nel 2017 e impegnata nella produzione e nella fornitura di idrogeno da fonti rinnovabili atto a sostenere la transizione energetica dei settori industriali e dei trasporti pesanti.
Una realtà nata grazie a un finanziamenti di 85 milioni di dollari e che ha realizzato nel 2021 il suo primo sito produttivo di idrogeno derivante da fonti eoliche e operante su scala industriale. Una soluzione che negli ultimi anni ha attratto l’interesse di molti operatori del settore energetico e sostenuta dall’Unione Europea che stima un aumento della domanda di idrogeno fino a due mila terawattora entro il 2050.
Tale domanda potrebbe in effetti essere assecondata soprattutto dai parchi eolici marini, impianti in grado di attingere alle abbondanti e stabili risorse energetiche costituite dai venti che spirano lungo le distese oceaniche limitando gli impatti ambientali tipici dei siti produttivi terrestri e permettendo il trasferimento del vettore tramite gasdotti dedicati.
Da qui l’inaugurazione del primo progetto pilota di Lhyfe per la produzione di idrogeno verde in mare avvenuta il 20 giugno scorso tramite la messa in esercizio della piattaforma di elettrolisi “Sealhyfe”, un impianto posizionato nell’Oceano Atlantico a 20 chilometri dalle coste di Le Croisic, un comune della Loira Atlantica. L’impianto elettrolizzatore è stato montato su una piattaforma galleggiante stabilizzata denominata “Wavegem” e funziona tramite una cella a membrana a scambio protonico da un megawatt di potenza fornita dalla società americana Plug Power.
L’acqua per il processo di elettrolisi viene prelevata direttamente dall’oceano ma viene immessa nella cella previo processo di dissalazione e purificazione attuato prelevando energia da una turbina eolica galleggiante, la stessa che fa anche funzionare la cella permettendo la produzione dell’idrogeno.
Da sottolineare che tutto l’impianto è stato progettato per funzionare in maniera autonoma senza necessità di intervento da parte di tecnici se non negli intervalli di manutenzione. Questo grazie allo sviluppo di software di controllo dedicati in grado di essere controllati in remoto dai centri a terra. L’impianto è inoltre volutamente stato posizionato in una zona molto impegnativa in termini di condizioni ambientali al fine di testare l’affidabilità e la resistenza dei sistemi e in caso di successo aprirà la strada per la realizzazione del progetto “Hope” che prevede la creazione di una catena di impianti similari in grado di generare fino a quattro tonnellate di idrogeno verde al giorno trasferendolo a terra tramite gasdotti dedicati.
Un ecosistema per l’idrogeno rinnovabile
In concomitanza con la produzione dei primi chili di idrogeno dal primo impianto offshore, Lhyfe ha annunciato la propria partecipazione al progetto “Hy’Touraine” per la realizzazione del primo ecosistema pubblico-privato per la produzione
e la fornitura di idrogeno rinnovabile. Un progetto sostenuto da quattro autorità pubbliche dell’area di Tours e da StMicroeletronics Tours al fine di decarbonizzare le attività industriali e il trasporto pesante nell’area. Obiettivo di fondo la realizzazione di infrastrutture in grado di mettere a disposizione degli utenti fino a due tonnellate di idrogeno al giorno tramite un impianto realizzato da Lhyfe nell’area industriale di Sorigny, a pochi chilometri da Tours che produrrà idrogeno sfruttando fino a cinque megawatt di energia di derivazione rinnovabile prodotta da locali compagnie energetiche.
Titolo: Idrogeno verde, il progetto della società Lhyfe
Autore: Redazione